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Abbandono scolastico al 3.33% alle superiori. La psicoterapeuta: Fondamentale relazione con gli insegnanti

Ferrazzoli: “Bisogna aiutare i ragazzi a immaginare il futuro e ad avere progettualità”

La dispersione scolastica in Italia è in diminuzione, ma resta ancora un problema, tanto che pochi giorni fa lo stesso ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha sottolineato la necessità di avere una scuola “nazionale, inclusiva e affettuosa”. Nello specifico, secondo gli ultimi dati del ministero, per il passaggio tra cicli scolastici l’abbandono è calato dall’1,18% dell’anno scolastico 2013/2014 e passaggio all’anno scolastico 2014/2015 allo 0,37% dell’a.s.2018/2019 e passaggio all’a.s.2019/2020. Per quanto riguarda la scuola secondaria di II grado si è passati dal 4,40% dell’a.s.2013/2014 e passaggio all’a.s.2014/2015 al 3,33% dell’a.s.2018/2019 e passaggio all’a.s.2019/2020.

Un tema attuale dunque che è stato oggetto del secondo incontro gratuito diretto agli insegnanti nell’ambito dell’iniziativa ‘Nuovi orizzonti per la comunità: prendersi cura del futuro’. Un incontro che ha puntato a capire quali strumenti mettere in campo per contrastare questa dispersione puntando sulla parola ‘relazione’. Promosso da Andrea Russo, psicologo presso la comunità ‘Sorriso Francescano’ di La Spezia e specializzando in Psicoterapia all’università di Genova, con la partecipazione della psicoterapeuta dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), Flavia Ferrazzoli, l’incontro ha avuto come focus il periodo adolescenziale, declinando in particolare l’importanza del potere trasformativo della relazione, nel bene e nel male.

“Anche la motivazione allo studio passa attraverso una buona relazione con gli insegnanti che possono essere alleati dei ragazzi”, ha sottolineato Ferrazzoli.  E una buona relazione vuol dire aiutare gli adolescenti a vedere che esiste un domani. “Il futuro e la progettualità fanno parte della motivazione- evidenzia la psicoterapeuta- se non si riesce a immaginarli, allora si può perdere interesse nello studio e dunque abbandonare la scuola. Noi adulti dobbiamo motivare i ragazzi riuscendo a fargli vedere che ci sono delle opportunità. Dovremmo provare a trasformare la loro crisi, tipica dell’adolescenza, in una crescita umana e affettiva”.

In adolescenza “scattano comportamenti che sono legati alla fragilità- continua Ferrazzoli- i ragazzi sono oberati dal peso della ricostruzione perché devono ricostruire la loro identità, un’identità che è instabile perché i giovani hanno paura di diventare obsoleti”.  Per la psicoterapeuta la definizione di Bauman di ‘mondo liquido’ “è un’ottima metafora dell’individuo di oggi che è privo di ogni riferimento stabile, profondamente incerto, svincolato da legami durevoli. Tutto viene vissuto in maniera più leggera- dice- e così il liquido è qualcosa che non mantiene forma, scorre, trabocca, si sparge, supera gli ostacoli. Nella liquidità sembra tutto possibile ma nulla certo e l’incertezza diventa paura che fluttua alla ricerca di quello che può essere un punto fermo”.

In questo momento storico segnato dalla pandemia “l’incertezza è ancora di più fonte di instabilità e paura”. E allora entrare in relazione con i ragazzi “significa anche ascoltarli- sottolinea Ferrazzoli- è fondamentale rivolgersi alla loro interiorità cercando di fargli sentire quello che hanno dentro. Spesso si pensa che gli adolescenti siano sfuggenti o superficiali ma non è così, siamo noi adulti che dobbiamo aiutarli perché questo gli permette di crescere e di non rimanere paralizzati in un mondo senz’anima come può essere quello della tecnologia in cui spesso si trovano incastrati”.

In questo contesto “il mondo scuola è l’unico che rimane autentico- dice la psicoterapeuta- perché è l’unico dove i ragazzi si incontrano fisicamente. E’ quindi importante che gli insegnanti li facciano parlare, il potere della narrazione consente, infatti, di fare ordine, rielaborare. La maggior parte degli adolescenti vive un profondo malessere e a volte si boicottano da soli, anche con comportamenti autolesionistici. E il profondo malessere può portare anche a una chiusura nei confronti della scuola”. Ruolo importante e difficile quello degli insegnanti. “E’ normale che si possano incontrare dei ragazzi con cui si hanno maggiori difficoltà- riflette la psicoterapeuta- l’importante è rendersene conto, mettersi in discussione e cercare di recuperare, magari andando a chiedere aiuto a uno sportelllo di ascolto o confrontandosi con i propri colleghi”.

Non solo insegnanti. L’iniziativa ‘Nuovi orizzonti per la comunità: prendersi cura del futuro’, prevede anche due incontri gratuiti dedicati specificamente ai genitori. ‘Riflessioni sul mestiere ‘quasi’ impossibile’, il titolo degli appuntamenti in programma il 4 e l’11 ottobre, sempre sulla piattaforma Google Meet, dalle 18 alle 19.30. Per partecipare è possibile scrivere a ascoltoscuola.sp@gmail.com Gli iscritti riceveranno una mail con il link a cui collegarsi e un attestato di partecipazione.